Discorso tenutosi in Piazza Santa Maria il 25 novembre 2023:
Parlo qui a nome delle tre associazioni che hanno elaborato e proposto questo progetto.
Esse sono:
- Il Coordinamento Donne Onlus, nato nel 1983 come espressione organizzata del movimento delle donne eche già nel 1997 ha dato vita alla “Linea telefonica di aiuto per donne che subiscono violenza”, un primo decisivo passo per sostenere le donne vittime della violenza maschile, fatto con il sostegno del Comune di Trento. Nel 2002 poi, grazie al sostegno della Provincia,l’associazione ha aperto il Centro Antiviolenza di Trento, impegnato a contrastare ogni forma di violenza maschile sulle donne attraverso sia l’accoglienza e il sostegno alle donne che subiscono violenza (verbale, fisica, sessuale ed economica), sia attraverso la promozione di attività legate al cambiamento culturale, alla sensibilizzazione e alla prevenzione di questo sconvolgente fenomeno.
- La Comunità di S. Francesco Saverio luogo d’incontro e di fede dove donne e uomini cercano di agire per lo sviluppo di un cristianesimo inteso come responsabile partecipazione alla costruzione di una realtà più giusta. Ed è in quest’ottica di giustizia e riconoscimento della pari dignità tra donne e uomini che la Comunità ha messo al centro della propria partecipazione al cammino sinodale il ruolo delle donne all’interno della chiesa cattolica.
- L’Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne presente sia a livello locale che nazionale a partire dal 2019. Un’organizzazione che investiga le varie forme di violenza maschile sulle donne cercando di contribuire a smantellare le disparità di genere e i sistemi oppressivi a partire dall’analisi del contributo che a questo sistema discriminatorio hanno dato le istituzioni religiose. Rivedere le scritture alla luce delle teologie femministe ci consente infatti di prendere le distanze dalle sovrastrutture patriarcali che hanno snaturato i messaggi originari e ci aiuta ad operare quel cambiamento culturale che è necessario per affermare la parità tra donne e uomini costruendo relazioni di reciproco rispetto.
Abbiamo unito le nostre forze convinte che le vittime dei femminicidi perpetrati nel Comune di Trento ci debbano interpellare, che la loro morte non possa rimanere un dolore privato, ma debba scuotere la nostra coscienza di cittadine e cittadini, debba sollecitare le istituzioni, possa e debba essere motore di cambiamento, perché la violenza maschile contro le donne non abbia più spazio nella nostra città. Abbiamo così ritenuto che non dovessero essere dimenticate, le abbiamo volute togliere dall’anonimato di un numero nell’elenco purtroppo ininterrotto delle vittime di femminicidio, ridando loro il proprio nome e il rispetto che era stato barbaramente negato; da qui il titolo del progetto “Non ti scordar di me” e il sottotitolo “Passi di memoria per non scordare le donne vittime di femminicidio” in riferimento ai passi delle cittadine e dei cittadini che le potranno incontrare su questa piazza.
Il progetto che abbiamo proposto, cioè la creazione di otto formelle a ricordo delle otto donne assassinate in città dal 2000 ad oggi, la loro posa in opera nella piazza in cui ci troviamo e il coinvolgimento in questo percorso di tre realtà scolastiche (Artigianelli, Vittoria ed Enaip), mira a tenere viva la consapevolezza che la nostra realtà quotidiana, l’ambito in cui ci muoviamo e sviluppiamo la nostra vita sociale, ancora oggi porta il peso delle violenze maschili contro le donne la cui forma estrema è il femminicidio. Rendere consapevoli di ciò le nuove generazioni, la cittadinanza in generale e le istituzioni è necessario, a nostro avviso, per poter sollecitare tutte e tutti ad agire con determinazione allo scopo di modificare l’impianto culturale che è all’origine della violenza, favorendo relazioni corrette e paritarie. Le classi, che stanno collaborando alla realizzazione del progetto, seguono un percorso di formazione che, oltre ad analizzare le radici culturali della disparità di genere, offre strumenti utili a riconoscere e prevenire la violenza all’interno delle relazioni affettive. Ma forse la vera novità del rapporto con le scuole sta nel fatto di aver affidato loro una parte da protagoniste chiamandole a progettare le formelle, scegliere i materiali, valutare le difficoltà tecniche della realizzazione dei lavori e studiarne le forme di pubblicizzazione, sempre riflettendo su cosa si vuol comunicare, sulle modalità più adatte per farlo e sul senso complessivo del mettersi in gioco per generare un cambiamento prima di tutto in se stesse/i e poi nel mondo studentesco di cui fanno parte; quel mondo che sarà la società di domani.
Il primo seme di questo progetto ha trovato fertile terreno nell’appassionata e fattiva collaborazione di alcune donne che lavorano all’interno delle istituzioni del nostro territorio. Mi riferisco in particolare alla dott.ssa Chilà che ha condiviso e rafforzato l’idea di coinvolgere le istituzioni scolastiche in questo percorso di memoria, coscienza e cambiamento. Proprio lei ci ha consentito, in qualità di Presidente del Consiglio delle Donne, di presentare il nostro progetto e di trovare sostegno all’interno delle istituzioni; alla dott.ssa Begher e alla dott.ssa Graffer del servizio Cultura e politiche giovanili che sono state prezioso tramite per l’organizzazione degli interventi nelle scuole e con gli uffici tecnici comunali per tutti i permessi necessari. Non solo, la dott.ssa Begher è stata anche il ponte con le famiglie delle vittime, che noi sentiamo importante coinvolgere proprio perché la condivisione del loro dolore possa essere un’apertura di speranza verso un futuro in cui fatti del genere non accadano più.
Sappiamo che ottenere questo risultato sarà difficile perché si tratta non solo di smantellare una cultura patriarcale che da secoli ha strutturato la nostra società adoperandosi per rendere subordinate le donne, cercando di impedire loro la scolarizzazione, il voto, l’accesso a professioni qualificate… ma si tratta anche di rendere concettualmente inaccettabile la violenza. In un tempo in cui le guerre, col loro carico di uccisioni, distruzioni e stupri, sono tornate ad essere legittimate dai poteri statuali, il nostro obiettivo pare essere quasi un sogno. Ma noi ci crediamo, per noi è una speranza e i nostri passi su questa piazza saranno l’inizio di un cammino.